martedì 2 giugno 2015

L'ecto-parassitosi

I canarini possono soffrire sia di parassiti interni che di parassiti esterni: nel caso che il canarino soffra di parassiti interni si parla di endo-parassitosi mentre nel caso soffra di parassiti esterni si parla di ecto-parassitosi.
Le tra forme di ecto-parassitosi più diffuse sono:

  • l'acariasi delle penne;
  • l'acariasi della cute;
  • le infestazioni da acaro rosso.

Acariasi delle penne
Tra le molte specie di acari delle penne, nel canarino è stata riscontrata solo la specie dermoglyphus passerinus dell'ordine astigmata. L'infezione di tali acari causa nel canarino deperimento più o meno marcato a seconda del grado di parassitismo. I soggetti infestati mostrano irritazione, prurito, arrossamento della pelle, talvolta coperta da piccole croste, lesioni da beccatura e caduta delle penne. Deplumazione parziale sul dorso, nel collo e nelle aree sottoalari mentre le penne rimaste intorno e sull'area cutanea colpita sono spezzate. Le penne anormali sono poco sviluppate ed emorragiche.
Raramente le lesioni sono gravi perchè il parassita non si nutre di sangue e non invade il rachide della penna. Inoltre l'infestazione è di solito circoscritta e riguarda solo le penne in crescita, appena spuntate.
Una generica profilassi si attua attraverso l'adozione di norme che garantiscono pulizia ed igiene nell'ambiente di allevamento.
La prevenzione specifica prevede invece l'impiego di acaricidi: questi vanno utilizzati esclusivamente nell'ambiente, lungo i bordi del pavimento, nelle fessure ect...
Per la terapia dell'acariasi sui canarini infetti si può utilizzare un antiparassitario privo di tossicità.


Acari delle penne

Acariasi della cute
Conosciuta con il nome di rogna delle zampe per la sua frequente localizzazione sulla cute delle stesse, questa ecto-parassitosi è comune in quasi tutte le specie di volatili. E' provocata dall'acaro Knemidocoptes pilae un tipico parassita del tegumento, qell'insieme di tessuti che ricoprono il corpo dei volatili: pelle, penne e piume, scaglie e squame.
La trasmissione della rogna avviene per contatto diretto dai volatili parassitati ai sani, oppure indirettamente attraverso la dispersione nell'ambiente di detriti cutanei, derivanti dalla desquamazione epidermica, che veicola le uova del parassita.
Questa parassitosi provova lesioni soprattutto sulle zampe ma anche sul becco e sulla cera (membrana che ricopre la base del becco). La parassitosi è predisposta dalla carente igiene delle gabbie, in particolare dei postaoi e della lettiera che deve essere periodicamnte rinnovata.
Poichè l'acaro vive nello spessore della cute delle zampe, dove scava gallerie, ne deriva un ispessimento del tegumento che assume un aspetto crostoso.
Si ritiene che l'acaro non provochi sottrazione di nutrienti indispensabili al volatile ma piuttosto irritazione e sofferenza per le difficoltà di postura sul posatoio. Quando l'infestazione colpisce il becco e la cera può ostacolare l'assunzione di acqua e di cibo.
La disinfestazione dell'ambiente si effettua con prodotti liquidi a base di piretro che sono parassiticidi efficaci, dotati di un buon margine di sicurezza. 
Si può inoltre utilizzare una pomata acaricida da applicare sulle parti infestate.
Ai soggetti più gravi si può inoculare sottocute 0,1 ml di ivermecticina.

Rogna delle zampe


Infestazione da acaro rosso.
E' un ecto-parassitosi molto comune in tutte le specie di volatili. E' un infestazione ampiamente diffusa e di difficile eradicazione. L'acaro responsabile, il dermanyssus gallinae, ha come caratteristica principale quella di nutrirsi di sangue: dopo essersi nutrito del sangue del volatile il suo naturale colore grigiastro diventa rosso. Oltre alla sottrazione di sangue. l'acaro rosso è anche responsabile di infezioni.
L'acaro si diffonde con estrema facilità e il numero di parassiti che infestano l'allevamento può diventare enorme in poche settimane. Questo parassita può sopravvivere anche cinque mesi senza alimentarsi e così può essere veicolato attraverso lo scambio di gabbie o di attrezzature da un allevamento infestato ad altri sani.
Gli acari sono particolarmente attivi durante la notte e per tutta la stagione calda, mentre durante il giorno non vivono sugli uccelli ma si rifugiano negli anfratti della voliera. Per questo motivi quand si ispezionano di gioorno gli uccelli è possibile non trovare alcun parassita.
Durante la notte l'acaro rosso aggredisce i canarini provocando irritazione e microlesioni attraverso le quali succhia il sangue. Una infestazione grave nei nidiacei provoca anemia intensa e non raramente mortalità. Il canarino adulto infetstato perde vivacità ma nello stesso tempo è inquieto, tormentato dal priruto e della irritazione cutanea.
Questa ecto-parassitosi può causare gravi danni anche perchè spesso diagnosticata in ritardo: per questa ragione la profilassi dell'infestazione è molto importante e deve essere realizata con metodica e rigore. La disinfestazione deve essere fatta sui volatili e nell'ambiente.
Se dopo l'intervento sulle gabbie e le attrezzature queste sono esposte al sole si può conseguire un buon risultato poichè l'acaro rosso teme la luminosità.
Un disinfestante specifico per l'allevamento e il foractol ambiente. l'acarene spray si può invece utilizzare sugli uccelli.




Acaro rosso dopo che si è nutrito di sangue





venerdì 29 maggio 2015

La scelta dei canarini da compagnia

Chi acquista un canarino semplicemente come animale domestico da tenere in casa al pari di un gatto, di un cane o di pesci rossi non si preoccupa certo degli standard di perfezione previsti per le diverse razze e varietà che vengono stabiliti da vari organismo nazionali e internazionali come la F.O.I. (Federazione Ornitologica Italiana) e la C.O.M. (Confederazione Ornitologica Mondiale).
L'amatore si preoccupa magari del colore del canarino (giallo oro, rosso, bianco, ect..) e che lo stesso sia in buona salute. In un negozio però non sempre è facile per i neofiti della materia fare la scelta giusta in quanto i volatili tendono a mascherare le proprie debolezze in base alle legge della sopravvivenza, vale a dire nascondere i propri limiti a eventuali predatori: ciò può apparire strano ma questo accade anche in cattività dove i predatori al più sono gli eventuali acquirenti. Si deve inoltre fare attenzione ad eventuali tentativi (si spera rari) di rifilare il bidone al malcapitato cliente.

 

Comunque i criteri da seguire per un acquisto corretto sono i seguenti:
  • il canarino deve essere attento nello sguardo, vivace e poggiare entrambi i piedi tranne che nel sonno dove stazionano con una sola zampa. Se poi canta tanto meglio;
  • il piumaggio deve essere attillato e composto (mai gonfio e tondo) e dal colore carico;
  • gli occhi devono essere perfettamente tondi e con i margini netti e rogolari, senza gonfiori o ferite;
  • se si ha la possibilità di prendere in mano il canarino è opportuno fare scorrere delicatamente un polpastrello sullo sterno del volatile: ai lati di questo si devono percepire i muscoli pettorali. Qualora questi manchino significa che il canarino è malnutrito o affetto da patologie dell'apparato gastroenterico;
  • i piedi devono essere puliti e lisci privi di scagliosità eccessive dovute a vecchiaia eccessiva o parassiti (rogna delle zampe);
  • il becco deve essere liscio e lucido. Un becco irregolare o con alterazioni dello sviluppo riportano a patolgie epatiche.



mercoledì 27 maggio 2015

I canarini e la pet-therapy

I canarini, i pappagallini e gli animali domstici di piccola taglia vengono sovente utilizzati nella pratica della cosiddetta terapia assistita con gli animali, ex pet-therapy.
Si ritiene infatti che, prendersi cura di canarini, comporti benefici effetti a persone anziane, malati cronici, lungodegenti o affetti da depressione.
Il primo esempio di pet-therapy "involontaria" con i volatili risale al 1920 quando il detenuto pluriomicida psicopatico Robert Stroud trasse un impareggiabile beneficio dall'incontro accidentale con un uccellino selvatico rinvenuto durante l'ora d'aria nel cortile del carcere di Leavenworth. La sua esperienza di allevatore autodidatta acquisita in carcere lo aiutarono a redimersi dalla sua natura violenta e a riuscire ad reintegrarsi nella società.
Oggi, forti anche dell'esperienza del passato, i canarini vengono utilizzati anche con successo come co-terapia dolce non invasiva, finalizzata al miglioramento della salute dell'uomo: sono indicati soprattutto per bambini non autosufficienti, in quanto richiedono minor impegno rispetto ad altri animali.
L'effetto terapeutico si realizza proprio nell'accudire l'animale e questo favorisce il senso di responasabilità, aumenta l'autostima conferendo allo stesso fruitore un immagine valida e positiva della propria persona. Il paziente che si avvale anche di questa forma di terapia dolce, percepisce in modo minore la solitudine e, nel caso di piccoli uccelli canori, l'effetto è adirittura maggiorein virtù del loro aspetto delicato e bisognoso di cure e attenzioni. A questo si deve aggiungere "l'effetto compagnia" che i canarini, con il loro canto, possono fornire.
Da diversi studi risulta inoltre che oltre a giocare un ruolo fondamentale nelle situazioni di depressione e solitudine, i canarini influenzino beneficamente i valori pressori e l'errorazione ematica del miocardio agendo quindi sul corpo oltre che sulla psiche.
Ciò che a noi interessa maggiormente è comunque salvaguardare salute e benessere dei piccoli valatili; per questo si affida la scelta della razza e dell'individuo ad un esperto che valuti ogni singolo caso. Il benessere di un animale è infatti legato alla sua capacità di adattarsi alle condizioni in cui si trova senza mostrare segni di malessere o di stress. Va da se che una coppia di canarini che si riproduce grazie alle amorevoli cure dell'uomo rappresenta un esempio di relazione interspecifica benefica per entrambi i suoi attori: uomo e canarino.