"Oggi ben sappiamo che tutti i tipi e le varietà di canarino si sono evolute dal canarino selvatico proveniente dalle isole Canarie, dalle Azzorre e da Madera".
E' facile per noi in questa epoca di progresso scientifico giungere a questa conclusione; ma possiamo immaginare le grandi difficoltà che ebbero gli studiosi del XIX secolo quando cercarono di comprendere le origini di un uccelletto di cui esistevano già 29 diverse varietà. Era alquanto difficile immaginare che tutte quest avessero avuto origine da un progenitore comune.
Esistevano infatti all'epoca delle fantasiose teorie secondo le quali, le diverse varietà di canarino, sarebbero scaturite da incroci tra il canarino selvatico delle canarie e il fringuello e lo zigolo.
Secono lo scrittore Plinio il Vecchio (I sec. D.C.) già i romani all'epoca dell'imperatore Augusto (27 A.C - 14 D.C.) conoscevano le isole Canarie. Plinio aveva così scritto: "le isole sono disabitate ma vi vivono numerosi uccelli".
Durante l'oscurantismo medioevale si perse la conoscenza di queste isole che furono "ritrovate" nel 1334 da un vascello francese e quindi nel 1400 da un navigatore normanno Jean de Bethencourt che ottenne la concessione delle Isole da parte di Enrico III quattro anni dopo.
Quindi il normanno vendette i diritti ad uno spagnolo Don Enrique de Guzman e quindi, da questi, ad un certo Paraza che nel 1476 fu obbligato da Ferdinando e Isabella di Castiglia a cedere le isole alla corona di Spagna.
Già intorno alla metà del 1550 i canarini venivano importati dalle isole Canarie. Essi erano venduti a caro prezzo per la dolcezza del suo canto: ne derivava che solo la poca gente facoltosa possedeva questi uccelli.
Intorno al 1600 i canarini si diffussero in notevole numero all'isola d'Elba. Infatti una nave proveniente dalle canarie e diretta al porto di Livorno naufragò vicino a questa isola. Dopo il naufragio i canarini si diffusero e si moltiplicarono molto rapidamente; le differene ambientali causarono cambiammenti nell'aspetto in quanto questi uccelli spuri avevano le zampe nere ed erano più gialli sotto il becco.
In sostanza, all'isola d'Elba, si era verificato un fenomeno di cambiamento morfologico dovuto alla ristrettezza dell'ambinte che aveva avuto come conseguenza la riproduzione in consanguinità.
Si trattava di un caso di cambiamento morfologico, come probabilmente ve ne erano già stati altri, e come ve ne sarebbero stati in seguito. Infatti agli inizi del 700 esistevano già ben 29 varietà di canarini diversi, almeno facendo fede alla lista di Hervieux de Chanteloup direttore delle voliere della principessa di Condè (1713).
Cerchiamo però ora di trarre delle conclusioni.
Quasi certamente i canarini erano giunti alle isole Canarie dall'Africa dove un uccellino simile al canarino si era stabilito durante la prima glaciazione. Le prime mutazioni erano probabilmente già evvenute alle isole canarie ma sarebbero andate incontro a retromutazioni (ritorno al canarino ancestrale dal canarino mutato) se non fosse intervenuta la cattività in gabbia che determinò la fissazione delle mutazioni, la selezione di nuovi caratteri e lo scomparsa totale o parziale della melanina. Ricordiamo a tal proposito che gli stessi indigeni Guanci alloggiavano i canarini in gabbiette di legno per godere del loro canto.
Ne consegue che è sbagliato pensare che i tipi e le varietà di canarino oggi esistenti siano frutto di ibridazioni ma sono quasi tutte riconducibili a mutazioni. Molte razze sono addirittura il frutto della sommatoria di più mutazioni: si parla quindi di ereditatrietà additiva.
Ad esempio molte razze inglesi, i canarini arricciati e il Bossu si sono evoluti a partire dal canarino vecchio olandese comparso nella regione delle Fiandre intorno al 1600 che quindi ha contribuito alla creazione delle razze inglesi.
Ad oggi in Italia sono 16 le razze di canarini lisci ufficialmente riconosciute e distinte in due grandi classi: le razze leggere e le razze pesanti.
Durante l'oscurantismo medioevale si perse la conoscenza di queste isole che furono "ritrovate" nel 1334 da un vascello francese e quindi nel 1400 da un navigatore normanno Jean de Bethencourt che ottenne la concessione delle Isole da parte di Enrico III quattro anni dopo.
Quindi il normanno vendette i diritti ad uno spagnolo Don Enrique de Guzman e quindi, da questi, ad un certo Paraza che nel 1476 fu obbligato da Ferdinando e Isabella di Castiglia a cedere le isole alla corona di Spagna.
Già intorno alla metà del 1550 i canarini venivano importati dalle isole Canarie. Essi erano venduti a caro prezzo per la dolcezza del suo canto: ne derivava che solo la poca gente facoltosa possedeva questi uccelli.
Intorno al 1600 i canarini si diffussero in notevole numero all'isola d'Elba. Infatti una nave proveniente dalle canarie e diretta al porto di Livorno naufragò vicino a questa isola. Dopo il naufragio i canarini si diffusero e si moltiplicarono molto rapidamente; le differene ambientali causarono cambiammenti nell'aspetto in quanto questi uccelli spuri avevano le zampe nere ed erano più gialli sotto il becco.
In sostanza, all'isola d'Elba, si era verificato un fenomeno di cambiamento morfologico dovuto alla ristrettezza dell'ambinte che aveva avuto come conseguenza la riproduzione in consanguinità.
Si trattava di un caso di cambiamento morfologico, come probabilmente ve ne erano già stati altri, e come ve ne sarebbero stati in seguito. Infatti agli inizi del 700 esistevano già ben 29 varietà di canarini diversi, almeno facendo fede alla lista di Hervieux de Chanteloup direttore delle voliere della principessa di Condè (1713).
Cerchiamo però ora di trarre delle conclusioni.
Quasi certamente i canarini erano giunti alle isole Canarie dall'Africa dove un uccellino simile al canarino si era stabilito durante la prima glaciazione. Le prime mutazioni erano probabilmente già evvenute alle isole canarie ma sarebbero andate incontro a retromutazioni (ritorno al canarino ancestrale dal canarino mutato) se non fosse intervenuta la cattività in gabbia che determinò la fissazione delle mutazioni, la selezione di nuovi caratteri e lo scomparsa totale o parziale della melanina. Ricordiamo a tal proposito che gli stessi indigeni Guanci alloggiavano i canarini in gabbiette di legno per godere del loro canto.
Ne consegue che è sbagliato pensare che i tipi e le varietà di canarino oggi esistenti siano frutto di ibridazioni ma sono quasi tutte riconducibili a mutazioni. Molte razze sono addirittura il frutto della sommatoria di più mutazioni: si parla quindi di ereditatrietà additiva.
Ad esempio molte razze inglesi, i canarini arricciati e il Bossu si sono evoluti a partire dal canarino vecchio olandese comparso nella regione delle Fiandre intorno al 1600 che quindi ha contribuito alla creazione delle razze inglesi.
Ad oggi in Italia sono 16 le razze di canarini lisci ufficialmente riconosciute e distinte in due grandi classi: le razze leggere e le razze pesanti.
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